Chioggia.
domenica 30 gennaio 2011
mercoledì 26 gennaio 2011
27 GENNAIO - Giornata della memoria
LA PAURA
Eva Pickova *
Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle brandisce una gelida falce
Che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
E le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini..
E preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
Vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!
* Eva Pickova nata il 15.5.29, morta il 18.12.43 ad Auschwitz.
La poesia è tratta da: “Terezin - I Disegni e le Poesie dei Bambini nel Campo di Sterminio”,
pubblicato nel 1982, Associazione Italo-Czeca in occasione della mostra itinerante italiana
dei disegni, adesso in mostra permanente al Museo Ebraico di Praga.
Eva Pickova *
Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle brandisce una gelida falce
Che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
E le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini..
E preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
Vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!
* Eva Pickova nata il 15.5.29, morta il 18.12.43 ad Auschwitz.
La poesia è tratta da: “Terezin - I Disegni e le Poesie dei Bambini nel Campo di Sterminio”,
pubblicato nel 1982, Associazione Italo-Czeca in occasione della mostra itinerante italiana
dei disegni, adesso in mostra permanente al Museo Ebraico di Praga.
I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi.
Sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere... Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà.
PRIMO LEVI
Sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere... Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà.
PRIMO LEVI
lunedì 17 gennaio 2011
Madri ‘tigri’ magari no, ma pecore è peggio.
Ha fatto notizia il saggio della giurista americana di origine cinese Amy Chua, docente a Yale, pubblicato sul Wall Street Journal e intitolato “Inno di battaglia della madre tigre”.
Vi si sostiene che se si vuole ottenere risultati d’eccellenza nell’educazione dei figli occorrono una disciplina di ferro da parte dei genitori e la massima determinazione da parte dei figli nel conseguimento dell’obiettivo, per esempio quello di essere il migliore della classe, possibilmente in tutte le materie. Così, niente TV, palmari, messaggini, riunioni con amici, e molta capacità di sacrificio, applicazione negli studi, autodisciplina. Il tutto imposto ai figli in particolare dalla madre, che li segue più da vicino: una madre che deve comportarsi da ‘tigre’, sostiene Chua, se vuol fare davvero il loro interesse.
E’ sorprendente che la prof sino-americana sia riuscita a imporre tutto ciò a sua figlia, come scrive nel suo saggio, perché il contesto della scuola USA, e più in generale della società americana, non si presta certo a pratiche di questo genere. Può darsi – mancano notizie dettagliate in proposito – che la Chua si sia avvalsa di metodologie di insegnamento/apprendimento estremamente individualizzate come quelle dello homeschooling, abbastanza diffuso negli USA. Ma alle spalle delle scelte educative di questa ‘madre tigre’ si avverte una concezione della scuola e del ‘dovere’ tipica delle società e delle culture dell’estremo Oriente: quella che consente agli studenti cinesi e coreani di piazzarsi ai primi posti nelle indagini comparative IEA e OCSE-PISA.
Un modello difficilmente esportabile, perché affonda le sue radici in culture plurisecolari e in un senso del ‘dovere’ ormai sconosciuto nelle permissive e iperprotettive società consumistiche del mondo ‘occidentale’. Dove troppe madri ‘pecora’ (salvo diventare ‘iene’ con gli insegnanti se danno un brutto voto a propri figli ‘asini’) finiscono però per fare più danni delle madri ‘tigri’.
In "Tuttoscuola-news", n. 271/2011.
Vi si sostiene che se si vuole ottenere risultati d’eccellenza nell’educazione dei figli occorrono una disciplina di ferro da parte dei genitori e la massima determinazione da parte dei figli nel conseguimento dell’obiettivo, per esempio quello di essere il migliore della classe, possibilmente in tutte le materie. Così, niente TV, palmari, messaggini, riunioni con amici, e molta capacità di sacrificio, applicazione negli studi, autodisciplina. Il tutto imposto ai figli in particolare dalla madre, che li segue più da vicino: una madre che deve comportarsi da ‘tigre’, sostiene Chua, se vuol fare davvero il loro interesse.
E’ sorprendente che la prof sino-americana sia riuscita a imporre tutto ciò a sua figlia, come scrive nel suo saggio, perché il contesto della scuola USA, e più in generale della società americana, non si presta certo a pratiche di questo genere. Può darsi – mancano notizie dettagliate in proposito – che la Chua si sia avvalsa di metodologie di insegnamento/apprendimento estremamente individualizzate come quelle dello homeschooling, abbastanza diffuso negli USA. Ma alle spalle delle scelte educative di questa ‘madre tigre’ si avverte una concezione della scuola e del ‘dovere’ tipica delle società e delle culture dell’estremo Oriente: quella che consente agli studenti cinesi e coreani di piazzarsi ai primi posti nelle indagini comparative IEA e OCSE-PISA.
Un modello difficilmente esportabile, perché affonda le sue radici in culture plurisecolari e in un senso del ‘dovere’ ormai sconosciuto nelle permissive e iperprotettive società consumistiche del mondo ‘occidentale’. Dove troppe madri ‘pecora’ (salvo diventare ‘iene’ con gli insegnanti se danno un brutto voto a propri figli ‘asini’) finiscono però per fare più danni delle madri ‘tigri’.
In "Tuttoscuola-news", n. 271/2011.
lunedì 10 gennaio 2011
domenica 9 gennaio 2011
sabato 8 gennaio 2011
Ora esatta.
Nullum est iam dictum quod non dictum sit prius. Terenzio
(Niente è detto che non sia stato detto prima).
Letture.
Una semplice parabola che rivela una profonda verità sul cambiamento.Una storia divertente e istruttiva su quattro personaggi che vivono in un "labirinto" e sono alla costante ricerca di un "Formaggio" che li nutra e li faccia vivere felici.Il Formaggio è la metafora di quello che vorremmo avere dalla vita: un buon lavoro, un rapporto d' amore, soldi, salute, serenità d' animo. Il Labirinto è il luogo in cui cerchiamo quello che desideriamo: l' azienda in cui lavoriamo, la famiglia, la comunità in cui viviamo.I personaggi si trovano a fronteggiare dei cambiamenti inattesi ma il modo in cui li gestiranno porterà loro a subire meno stress e ad avere più successo nel lavoro e nella vita.Siete in un momento della vostra esistenza che prevede un cambiamento? Volete cambiare lavoro? Ogni tanto vi capita di pensare che sarebbe bello cambiare vita, ma farlo vi spaventa? Vi chiedete se ciò che avete sia proprio quello che volete? "Chi ha spostato il mio Formaggio?" di Spencer Johnson non e' un manuale di comportamento e neanche un pesante libro di psicologia che vi costringa a una lettura impegnativa e noiosa. E' un libretto che si legge in pochissimo tempo, una favola. Sì proprio una favola tanto che la si può leggere anche ai bambini divertendoli con le avventure di due topolini, Nasofino e Trottolino, e di due gnomi, Tentenna e Ridolino che vivono in un Labirinto.Spencer Johnson ci parla di cose semplici usando una semplice simbologia in cui il Labirinto rappresenta la nostra vita, con il suo cammino mai lineare, e il Formaggio rappresenta ciò che per noi è importante e che ci fa vivere bene. Il libro non contiene concetti rivoluzionari ma ci dice cose che dovremmo già sapere, ma che, nei momenti in cui ci troviamo in una situazione in cui qualcuno o qualcosa ha spostato il nostro Formaggio, non abbiamo la lucidità di considerare.Certo, non per tutti è così; ci sono quelle persone "istintive" che, come Nasofino, sentono arrivare i cambiamenti e che sono pronte a reagire prima che gli eventi li costringano a farlo; ma ci sono anche molti che, come Tentenna, non guardano in faccia la realtà e, schiavi delle abitudini e dei preconcetti, rimangono infangati in situazioni compromesse, ostinandosi a sperare che qualcosa, prima o poi, cambierà. Poi ci sono quelli come Ridolino che sono timorosi, non hanno la sensibilità di Nasofino, nè l'energia di Trottolino e che rischiano di farsi condizionare dai tipi come Tentenna. Così esitano, limitati dalla paura di guardare fuori nel Labirinto, ma che, se stimolati, riescono a prendere un po' di coraggio e finalmente si muovono e si riscoprono ancora capaci di partire alla ricerca del loro Nuovo Formaggio.
Spencer Johnson è ideatore e coautore di L'One Minute Manager, il più conosciuto metodo di management del mondo, e autore di Chi ha spostato il mio formaggio? Dopo essersi laureato in Psicologia e Medicina in California, ha esercitato la professione presso la Harvard Medical School. Successivamente ha ricoperto in grosse aziende incarichi di responsabilità inerenti alla ricerca e alla divulgazione medico-scientifica e ha fondato una propria società di comunicazione. I suoi libri hanno venduto più di 11 milioni di cpie e sono stati tradotti in 21 lingue.
Letture.
ECO UMBERTO, Il cimitero di Praga, Milano, Bompiani, 2010.
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_cimitero_di_Praga
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