Chioggia.

Chioggia.
Canal Vena, ponte Zitelle.

giovedì 26 agosto 2010

Letture.


José Saramago, Tutti i nomi, Torino, Einaudi, 1998.




Il Signor José è un modesto impiegato presso la Conservatoria Generale dell'Anagrafe, il cui unico svago è quello di collezionare notizie su persone famose ritagliate dai giornali. Un giorno, tuttavia, decide di andare alla fonte delle notizie e di verificare i dati di ciascuno dei personaggi collezionati: si introduce di notte negli immensi e polverosi archivi della Conservatoria e casualmente scopre che fra le varie pratiche si è intrufolata la scheda di una donna sconosciuta. Da quel momento, la sua vita cambia...




La recensione de L'Indice

di Martinetto, V., L'Indice 1998, n.10


A due anni dall'uscita di "Cecità" (Einaudi, 1996, ed. orig. 1995; cfr. "L'Indice", 1996, n. 9), Saramago è di nuovo in libreria con un romanzo che anche a occhi chiusi si riconoscerebbe come suo: ingredienti, intreccio, struttura narrativa, stile. Per chi ama Saramago, quindi, nessuna sorpresa, ma il piacere di ritrovarlo, quel che si dice una garanzia. Come in romanzi precedenti, anche qui l'autore sviluppa la narrazione giocando fra due poli antitetici: l'iperrealismo e il paradosso. Quando parlo di iperrealismo, in Saramago, mi riferisco a una precisione quasi maniacale del dettaglio, una sorta di tic minimalista, che lo porta a scegliere argomenti a prima vista banali e a soffermarsi, lungo la narrazione, su gesti triviali dell'esistenza - una rasatura mattutina, la preparazione di una tavola, il menù consumato, l'attenzione alla piega di un vestito, al modo di infilarsi sotto le coperte, per poi sconvolgerli, attingendo alla tradizione del fantastico, nel metterli in relazione con qualche avvenimento assurdo, quando non surreale, che è ciò che innesca l'azione.Se nel romanzo precedente questo evento era l'improvvisa epidemia di cecità che colpisce in una giornata qualunque i cittadini di una città qualunque, in "Tutti i nomi" è un'inspiegabile ossessione che si impadronisce di un certo signor José, modesto impiegato della Conservatoria generale dell'Anagrafe di una - anche qui - non ben identificata città. L'ossessione, che condurrà ad avventure impensabili un uomo dalla condotta ineccepibile, scapolo, di mezz'età, dedito al lavoro e al rispetto delle gerarchie, insomma un Pessoa senza genialità, è quella di ricostruire la storia di una donna anch'essa qualunque, sulla cui scheda - che in Anagrafe reca soltanto nome, data e luogo di nascita e poco più - si sofferma un giorno, per caso, l'occhio dello scritturale, malgrado la consumata routine di riordinare quotidianamente centinaia di schede, senza notarle neppure.Ecco il cuore che farà pulsare il romanzo: l'irrazionale accanimento con cui il protagonista si metterà sulle tracce della sconosciuta, assumendo le spoglie di uno stravagante investigatore che per portare a termine la propria ricerca rischia salute e dignità con insospettabili trasgressioni ai principi di una vita trascorsa nello zelo per il proprio lavoro, senza che, come nel genere poliziesco, vi sia una motivazione forte. Anzi la motivazione è talmente irrisoria e insensata da conferire a tutta la storia valenze paradigmatiche, alla cui interpretazione il lettore potrà liberamente applicarsi.L'atmosfera angosciosa e quasi onirica che emana dalla vicenda del signor José, narrata nello stile freddamente limpido, più razionale che viscerale, di Saramago, suggerisce del resto affinità con l'universo kafkiano. Come un Joseph K. volontario, il protagonista di "Tutti i nomi", si crea gratuitamente una vicenda che è tanto più assurda quanto più il procedere dell'immotivata ricerca lo porterà a dover affrontare lo spettro dell'impotenza: la donna che cercava è morta suicida proprio in quei giorni, ed egli ne avrà notizia, semplicemente, dall'avvenuto trasferimento della sua scheda dall'archivio dei vivi a quello dei morti. Tuttavia, l'ostinazione del signor José non verrà meno, la sua ricerca continuerà "post mortem", con quel "penchant" tutto portoghese per i cimiteri. E lo scioglimento del romanzo riserverà una sorpresa, come solo i romanzi ben architettati possono fare.

Nessun commento:

Posta un commento