Chioggia.

Chioggia.
Canal Vena, ponte Zitelle.

venerdì 20 agosto 2010

STORIA LOCALE... UNA STORIA MAESTRA.

http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1644


http://www.chioggia2.it/chioggia2/progetti/tradizioni/indextradizioni.htm

Storia locale… una storia maestra
I tanti aspetti che formano una comunità: un progetto sviluppato dalla regione Veneto
di Alessandra Missana
15 Giugno 2010

Il progetto STORIA LOCALE… UNA STORIA MAESTRA, approvato dagli Organi competenti dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica, è stato fortemente voluto dal Nucleo Territoriale del Veneto ed ha preso avvio grazie alla dedizione e alla competenza del ricercatore Prof. Antonio Fossa, divenuto poi coordinatore del progetto.L’intento originario era il recupero e la valorizzazione di quegli aspetti che percorrono la storia e la cultura della regione Veneto, come la continuità e il senso della comunità, ma anche di quelli geo-morfologici: i paesaggi fisici molto differenti, come i fiumi e le valli, e i monti e le piane lagunari, sono stati il terreno sul quale si è costruita e scorre una storia di uomini, per molti aspetti unica e straordinaria.Partendo da questi presupposti, e alla luce del finanziamento previsto, si è deciso di coinvolgere scuole delle province di Venezia, Vicenza, Padova, Treviso affinché affrontassero alcune tematiche peculiari della storia del Veneto da noi individuate e raccolte in 9 macroaree, ciascuna delle quali prevedeva l’approfondimento degli aspetti politico, economico, sociale, tecnico e scientifico, culturale, artistico e letterario.
1. Dal passato al presente: umanizzazione, prime trasformazioni di origine agricola e vie commerciali;2. Nascita di città, strade e centuriazioni;3. Castelli, abbazie, feudalesimo: un modello economico e di gestione del territorio;4. Venezia, la gestione della laguna, dei fiumi, delle acque e del territorio agricolo;5. Le leggi per la gestione del territorio: dalla Serenissima allo Statuto regionale;6. Il Palladio e le Ville Venete;7. Pre e proto industrializzazione: acque, mulini e magli;8. Industrializzazione: il modello diffuso e l’eccezione: Marghera;9. I distretti produttivi e la post-industrializzazione.
Grazie anche al sostegno del Comune di Venezia è stata quindi organizzata una conferenza stampa nell’aprile 2009 che ha provocato la rapida adesione di 20 scuole che si sono organizzate in reti a livello provinciale.I lavori, che come spesso accade, si sviluppano in maniera più alta e profonda di quanto viene previsto all’inizio del percorso, hanno avuto momenti di formazione interna, di alta formazione con esperti universitari, di coordinamento, di approfondimento. Le scuole, di differenti ordini e gradi, si sono sempre più appassionate, grazie alla dedizione e al coinvolgimento dei ricercatori dell’ANSAS e dei docenti di ogni istituzione scolastica. Il lavoro poi di coordinamento dei referenti di rete di ogni provincia è stato decisivo, garantendo che ciascun percorso fosse legato da un filo rosso conduttore che ha dato omogeneità alla/alle macroaree affrontate. Le annunciate modifiche normative intanto stavano diventando realtà: gli insegnanti hanno colto lo spirito riformatore e hanno agito “provandoci”. Provando quindi, in ogni rete - e come comunità di docenti - a costruire percorsi che prevedevano la verticalità del curricolo, l’utilizzo di pratiche laboratoriali, ideando la progettazione e la didattica per competenze, costruendo sinergie col territorio. In particolare quest’ultimo aspetto ha dimostrato come la scuola non possa esistere senza il territorio, senza la società. Ma ha dimostrato che anche la società, senza la scuola, o ignorandola, non può vedere, e proteggere e costruire, il proprio futuro.Il lavoro, svolto in poco più di un anno scolastico, dimostra come un tema, pur ampio ma circoscritto (la storia locale di un territorio) possa divenire un metodo, per di più esportabile, di fare scuola che davvero interpreta il voler lavorare pensando alla centralità di ogni allievo, alla necessità che la materia affrontata da un insegnante divenga uno strumento per aprirsi alla curiosità e al desiderio di collegarsi ad altre discipline, credendo nel metodo dell’apprendimento fra pari, nell’importanza del lavoro di gruppo e del corretto utilizzo delle più moderne tecnologie, come la LIM.Si è quindi partiti col voler fornire ai giovani una adeguata conoscenza del proprio territorio e dei suoi elementi caratterizzanti - frutto di stratificazioni e di sintesi millenarie - e si è approdati verso un’altra meta da cui ripartire per scoprire orizzonti e affrontare storie nuove. Si è studiato il passato insomma, ma con la mente rivolta al futuro: un passato in cui trovare e capire le proprie radici per costruire ciascuno il proprio futuro in un’ottica di scala più ampia, nazionale, europea e mondiale, uscendo da una limitante logica localistica.
Si è studiata la storia anche per imparare che ogni gruppo sociale ne ha una e nessuna è migliore o peggiore: è la storia da cui prende vita un individuo. E ciascuno ne ha una. Conoscere e apprezzare la propria, significa comprendere anche le altre Storie, le altre persone: si impara ad eliminare il rischio della reciproca diffidenza. Conoscere le persone con le quali entriamo in relazione aiuta nel processo di integrazione, non di omologazione.Il progetto ha offerto sostanza e mezzi alla crescita consapevole ed armonica delle identità personali e sociali, intese come identità plurime; ha trovato strumenti per gestirle in modo non conflittuale sia sul piano individuale che collettivo. La finalità ultima, credo pienamente raggiunta da tutte le scuole coinvolte, è stata quella di sviluppare sensibilità e consapevolezza in ogni alunno e studente cercando di dotarlo delle competenze per fronteggiare, o meglio per vivere gioiosamente e in modo costruttivo, la complessità della società che è in rapido mutamento. Ciascuno di loro ha compreso che ha la possibilità e il dovere di concorrere a scrivere la storia e a migliorare la società, interiorizzando il vero significato di “cittadinanza attiva”.
Ringrazio, oltre al Prof. Fossa, coordinatore ed anima del progetto, la Prof.ssa Mancarella - entrambi ricercatori del Nucleo del Veneto dell’ANSAS - e tutte le 20 scuole dalla Infanzia e Primaria alla Secondaria di Secondo grado coinvolte con i loro 600 studenti, i Dirigenti scolastici, gli insegnanti e il personale amministrativo. Il percorso dimostra la vitalità delle scuole del Veneto e la passione dei Dirigenti Scolastici e degli insegnanti.
Un grazie particolare alle scuole capofila:
Venezia: I.I.S. “Marco Polo” e Istituto Magistrale “N. Tommaseo”; Dirigente Scolastico Prof. Roberto Gaudio, docente referente Antonio Beninati
Padova: ITG Belzoni; Dirigente Scolastica Prof.ssa Cristina Pollazzi, docente referente Ester Antonelli
Treviso: I.I.S. “Liceo “P. Levi”” di Montebelluna; Dirigente Scolastico Prof. Lamberto Pillonetto, docente referente Alfredo Sabato
Vicenza: Liceo Classico “Zanella” di Schio; Dirigente Scolastica Prof.ssa Marilena Valle, docente referente Donata Dall’Alba.
Il progetto pilota, il suo evolversi, i suoi esiti sono a disposizione della comunità dirigente e docente italiana: spero davvero che questa esperienza possa costituire una “buona pratica” utilizzabile in ogni regione del nostro Paese.
Dott.ssa Alessandra Missana

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